Come probabilmente molti di voi sapranno, non sono pochi i casi di videogiochi interamente dipendenti da server gestiti dai propri sviluppatori resi completamente inutilizzabili a seguito della decisione unilaterale di questi ultimi di smettere di mantenere online i servizi necessari.
L’esempio più recente di tale scenario è sicuramente quanto accaduto con “The Crew”, gioco Ubisoft i cui server sono stati spenti improvvisamente e con poco preavviso, lasciando milioni di utenti che avevano pagato il titolo a prezzo pieno con un pugno di mosche.
Proprio a seguito di questo evento è però stata avviata la campagna Stop Killing Videogames che intende provare a combattere questo fenomeno predatorio da parte dei produttori mediante una Iniziativa dei Cittadini Europei (ECI) per la quale si è recentemente iniziato a raccogliere le firme.
Il target minimo di sottoscrizioni di cittadini italiani necessarie è pari a 53.580 e, al momento in cui sto scrivendo, quelle raccolte sono solo 10.810 (il 20,19%); per questo scrivo per invitare tutti a dedicare 5 minuti di tempo per offrire il proprio supporto a questa iniziativa che potrebbe finalmente porre un freno a uno dei tanti abusi che le aziende multimediali costringono i propri utenti a subire.
Per firmare è sufficiente recarsi su https://eci.ec.europa.eu/045/public/?lg=it, selezionare “Italia” dall’elenco dei paesi europei proposti, spuntare le due caselle mostrate ed autenticarsi utilizzando SPID o CIE.
Ovviamente, per chi se lo chiedesse, l’intenzione non è assolutamente quella di obbligare le aziende a tenere online server di giochi abbandonati da decine di anni o di cedere i propri diritti intellettuali al pubblico dominio, quanto più quella di costringerle a distribuire (anche in forma binaria e closed source) il software necessario a consentire ai giocatori di mettere in piedi i propri server, eventualmente rilasciando delle patch apposite prima che la data di EoL venga raggiunta.